Il Rütli è un luogo storico, carico di miti e storie particolari.
Nel 14mo secolo, per i Waldstätten la “culla della Confederazione” fu simbolo di libertà e indipendenza, nel 19mo secolo vi fu ambientato il dramma “Tell” di Schiller, nella seconda guerra mondiale servì alla strategia svizzera e, infine, all’inizio del terzo millennio, è stato oggetto di strumentalizzazione da parte di estremisti politici. D’ora in poi, grazie agli app mobili, i visitatori del Rütli potranno conoscere meglio la storia di questo “monumento senza monumento”. In conclusione, il Rütli vuol essere un luogo simbolico della coesione nazionale.
Il Rütli, ieri, oggi e domani, di Lukas Niederberger, direttore Ssup
Il Rütli è considerato “la culla della Confederazione svizzera”. Per molto tempo il luogo idilliaco sul Lago di Uri per i turisti stranieri è stata la meta ambita di un viaggio in Svizzera. Nel 1865, il re bavarese Ludwig II volle costruirvi un castello nello stile del Neuschwanstein. Nel 1980, durante una visita al Rütli, la regina Elisabetta II ebbe parole di lode per la lunga tradizione democratica e umanistica della Svizzera. Vaclav Havel, allora presidente della Cechia e candidato al premio Nobel per la pace, durante una visita al Rütli con l’allora presidente della Confederazione Moritz Leuenberger, il 29 giugno 2001 disse:
«Mi inchino davanti a questo luogo, davanti al principio dell’accordo. La Confederazione svizzera fu fondata sulla base di un accordo che vedo come un principio che si afferma sempre più nell’ordinamento mondiale: un accordo che dovrebbe basarsi sulla parità dei diritti degli uomini, dei cittadini, delle nazioni, dell’unità regionale. E mi inchino qui davanti alla volontà delle piccole nazioni, delle piccole unità e dei comuni, di voler vivere in pace e di opporsi all’oppressione dei potenti e dei forti. Qui, su questo prato nacque la Svizzera, frutto della volontà di vivere una vita libera e della volontà di opporsi all’oppressione dei potenti del mondo».
Eppure, fino ad oggi, il Rütli è rimasto un luogo modesto senza pretese, senza monumenti. Il Rütli è caratterizzato dalla storia, da leggende e poesie. Per molti, il Rütli, scena del giuramento nel 1291, è tuttora un luogo della libertà, dell’indipendenza e della resistenza.
Sul Rütli si incontrarono spesso i politici coinvolti nella lotta per la pace e l’indipendenza. Nell’anno 1674, sul Rütli si tenne una ‘Landsgemeinde’ perché il confine nei pressi di Basilea fu a rischio e nel canton Uri stava per scoppiare una scissione interna. E quando fra Uri, Svitto e Nidw un conflitto attorno ai poteri dei landvogti in Ticino, nell’ottobre del 1704, gli urani proposero un incontro annuale sul Rütli per sedare i dissidi e ritrovare la pace.
Nel 1712, dopo la disfatta per i luoghi cattolici nella seconda guerra di Villmergen, gli svittesi riproposero l’idea di rinnovare l’Accordo federale e i cantoni originari si riunirono sul Rütli per una ‘Landsgemeinde’. Ai tempi della Rivoluzione francese e quando la antica Confederazione era minacciata, il Rütli divenne luogo di rifugio patriotico e spirituale.
Dopo la costituzione della «Repubblica elvetica» nell’anno 1798, anche i consiglieri di questo nuovo Stato si recarono al Rütli per… «onorare il primo altare della libertà dei nostri padri ed esprimere la gratitudine della rinata Elvezia».
Per il giovane Stato nazionale svizzero, fondato nel 1848, il Rütli perse il suo grande significato. La Svizzera moderna del 1848 non ha un vero luogo del pensiero, né un monumento nazionale del ricordo. Probabilmente è questa una della ragioni per cui il Rütli quasi 100 anni più tardi riacquistò un significato centrale per la Svizzera. Nel giugno 1940, dopo la caduta della Francia, la Svizzera era circondata completamente dalle potenze alleate della seconda guerra mondiale e subì una forte pressione militare, politica ed economica. Insicurezza e scoramento sorsero in gran parte della popolazione e anche nell’esercito svizzero. Così, il 25 luglio 1940, il generale Henri Guisan riunì i circa 500 alti ufficiali sul Rütli.
Il rischio della strumentalizzazione ideologica
Dalla seconda guerra mondiale, il Rütli non è più tanto simbolo della libertà, indipendenza e resistenza. Anzi, il luogo venne usato e abusato per una propaganda conservatrice e patriotica. Già nel 1945, il consigliere nazionale svittese Schuler combatté il postulato socialdemocratico del diritto di voto alle donne, con la motivazione che i tre confederati sul Rütli nel 1291 erano tutti uomini e che in Svizzera non si doveva dare il voto alle donne, né eleggerle in cariche ufficiali. Quest’atteggiamento contro le donne associata al Rütli fu al culmine quando il 1° agosto 2007 sul praticello del Rütli esplose una mina dopo che l’allora presidente del Consiglio federale Micheline Calmy-Rey ebbe terminata la sua allocuzione.
Negli ultimi 50 anni, il Rütli è stato preda non solo di gruppi antifemministi e antistranieri: nell’aprile 1968, dei separatisti giurassiani sul praticello del Rütli hanno issato la bandiera del futuro canton Giura e, nella notte sul 1° agosto 1996, alcuni studenti dell’università di Fribourg sul praticello hanno sostituito la bandiera svizzera con quella europea.
Il Rütli oggi e domani
Vista la storia movimentata, le leggende caratterizzanti, l’opera poetica e gli atti politici, in futuro la Ssup desidera dare a questo luogo simbolico dei contenuti positivi e promuovere in particolare i seguenti cinque aspetti.
Il Rütli deve essere un monumento senza monumento. Tra il significato simbolico di questo monumento nazionale e la semplicità del luogo v’è una notevole discrepanza. Questa contraddizione va mantenuta. Il Rütli rimane un luogo consacrato, un luogo di coesione e commemorazione, semplice e senza pathos. È un sito di riflessione e di interiorità. Il Rütli è volutamente un monumento senza monumento e tale deve restare. Tutti i tentativi di erigere dei monumenti sul Rütli sono falliti.
Il Rütli deve essere un luogo d’integrazione. Proprio perché negli ultimi 15 anni, la propaganda dell’estrema destra si è servito abusivamente del Rütli, la Società svizzera di utilità pubblica cerca di proteggere il Rütli dai vari tentativi di servirsene per scopi politici. Nel gennaio 2014, la Ssup ha pertanto emanato un Regolamento d’utilizzazione che vieta ai gruppi politici di servirsi del Rütli per lanciare campagne politiche particolari. Il Rütli rimarrà sempre anche un luogo politico, ma non va strumentalizzato per particolari scopi che dividono la Svizzera e la sua popolazione, ma con lo scopo di unirle. Il Rütli deve diventare un luogo di dialogo più che di discorsi.
Il Rütli deve diventare un luogo dove imparare a conoscere la storia della Svizzera. Oggi le scolaresche che si recano sul Rütli sono meno numerose perché nella nostra società di eventi, un semplice prato con un posto per grigliate non è più una meta attrattiva. Per questa ragione, la Ssup creerà uno spazio e diverse stazioni sul Rütli dove i bambini impareranno in modo reale e virtuale la storia del Rütli e delle origini della Svizzera. Il Rütli deve diventare il monumento del monumento.
Il Rütli deve essere luogo d’identità e di coesione. La Svizzera è un paese che unisce diverse culture, lingue, religioni, strati sociali e sistemi di valori. E dunque, l’identità e la coesione nazionale non sono evidenti. Per questo motivo, la Ssup inviterà regolarmente persone e gruppi di differenti origini culturali e sociali, con lo scopo di avvicinare fra loro le varie identità e rafforzare il loro senso di coesione.
Il Rütli deve essere il luogo della tradizione umanitaria globale. La Svizzera si trova nel centro d’Europa ed è fortemente integrata nell’economia mondiale. La tradizione umanitaria, la neutralità e la cultura eclettica hanno contribuito al successo internazionale e la buono reputazione della Svizzera. In futuro, il modesto praticello del Rütli deve diventare una fonte per persone e gruppi intenzionati a promuovere la pace e la molteplicità delle culture nel mondo. La Ssup è disponibile a invitare sul Rütli gruppi e conferenze internazionali aventi luogo in Svizzera.