2. Dicembre 2022

I volontari assistono i rifugiati e le famiglie ospitanti

Dallo scoppio della guerra a oggi si sono rifugiate in Svizzera oltre 70 000 persone provenienti dall’Ucraina. Il sistema d’asilo svizzero non è concepito per accogliere un numero di persone così elevato in un arco di tempo così breve. Pertanto da un lato è stato attivato lo statuto S, che consente di accedere rapidamente a protezione senza che le persone coinvolte debbano seguire una lunga e complicata procedura di asilo, mentre dall’altro l’OSAR, in collaborazione con Campax, si è sforzata di trovare un’alternativa agli alloggi collettivi grazie alla mediazione di famiglie ospitanti private. Oggi circa il 40% dei rifugiati provenienti dall’Ucraina alloggia presso famiglie ospitanti. 

Il progetto Community Building integra le strutture cantonali

Per la maggior parte dei tandem di famiglie ospitanti e rifugiati la convivenza funziona bene. Numerosi Cantoni hanno stipulato dei contratti di prestazioni con organizzazioni non profit come la Caritas o la CRS, incaricandole di assistere le famiglie ospitanti. «Il progetto Community Building dell’OSAR è stato lanciato per integrare questa forma di assistenza con un sistema che mira in particolare a fornire supporto ai rifugiati nella quotidianità, sgravando così le famiglie ospitanti», spiega Siméon Seiler, responsabile del progetto ed esperto di volontariato dell’OSAR. Oltre che dalla SSUP, il progetto viene finanziato anche dalla Fondazione Palatin e dalla Fondazione Mercator.

Finanziamento progetti di aiuto ai profughi ucraini in Svizzera

Networking per i volontari

I volontari motivati, persone singole o gruppi, che intendono assistere i rifugiati e le famiglie ospitanti possono annunciarsi all’OSAR fino alla metà di dicembre utilizzando il modulo online. L’OSAR li sostiene nell’eventuale ricerca di altri volontari, così come nel contattare i rifugiati e le famiglie che li ospitano.

I gruppi di volontari operano in modo indipendente dall’OSAR, organizzandosi in larga misura autonomamente. Al fine di incentivare tale organizzazione autonoma dei gruppi di volontari, l’OSAR mette a disposizione una toolbox contenente diversi strumenti. Ad esempio, in essa è presente un link all’Infobox Migrazione della CRS. Uno dei valori centrali del progetto Community Building è l’orientamento alle esigenze reciproche all’interno del triangolo rifugiati–famiglie ospitanti–volontari. Non devono essere create offerte che trascurano i bisogni delle parti coinvolte. Per individuare chiaramente tali esigenze l’OSAR propone quindi una scheda informativa con un metodo concreto, offrendo inoltre ai gruppi di volontari un coaching su misura per la loro situazione ideato e condotto da Siméon Seiler. «I volontari vengono incoraggiati a seguire il coaching e a frequentare corsi di perfezionamento specialmente concepiti che metteremo gratuitamente a loro disposizione entro la fine del 2023», afferma Seiler. 

Il valore del progetto Community Building è dimostrato dai due esempi seguenti.

Berna: priorità nella ricerca di un impiego e di un’abitazione

All’OSAR si è annunciata una coppia di Berna che ha accolto una famiglia nel marzo 2022. Il rapporto tra ospitanti e madre, padre e figlio ucraini è buono e non vi è alcun motivo urgente per cui i rifugiati debbano trasferirsi quanto prima. Tuttavia, la coppia ospitante è molto provata dalla situazione e la comprensione tra le cinque persone risulta difficile a causa delle barriere linguistiche. Mentre il bambino si è ben ambientato ed è felice di andare a scuola, i genitori sono partiti dal presupposto che sarebbero tornati presto in Ucraina e pertanto non si sono concentrati nell’imparare la lingua o nel cercare un lavoro.

A questo tandem l’OSAR ha affiancato due volontari che si erano annunciati singolarmente. Al primo incontro tra ospitanti, rifugiati e volontari era presente anche Niki Ott, collaboratrice del progetto Community Building. Ben presto le persone coinvolte hanno convenuto che la priorità va data alla ricerca di un lavoro (o di un’altra occupazione, per dare struttura alla giornata) e di un’abitazione. Da allora i due volontari sostengono i rifugiati in modo autonomo, sgravando così la coppia ospitante. L’OSAR continua ad affiancarli nel ruolo di consulente. 

Ginevra: da piccoli gruppi di vicini a grande gruppo internazionale

Inizialmente, a Ginevra si erano annunciate tre persone singole che intendevano impegnarsi a favore dei rifugiati ucraini e delle loro famiglie ospitanti. Da subito avevano mostrato di voler seguire un percorso un po’ diverso, ma ugualmente prezioso: desideravano avere più tempo a disposizione per conoscersi meglio ed erano motivati a creare una struttura sostenibile prima di incontrare famiglie ospitanti e rifugiati.

Nel frattempo, il gruppo è cresciuto e ora conta circa 10 persone di età compresa tra i 20 e i 70 anni con radici in Egitto, Etiopia, Macedonia, Iran, USA e Svizzera! Alcune di queste persone hanno una storia da rifugiati alle spalle e desiderano apportare il proprio bagaglio di esperienze nel volontariato al fine di assistere i rifugiati appena arrivati in Svizzera. Il gruppo di Ginevra si incontra ogni giovedì sera. L’OSAR li affianca nelle riflessioni strategiche e nell’elaborazione di uno statuto dei volontari che il gruppo intende darsi. Per la fine dell’anno il gruppo di Ginevra vuole organizzare una festa inaugurale per i rifugiati interessati e le famiglie che li ospitano.

Valutazione intermedia positiva e riflessioni sul futuro

L’OSAR ha affrontato con grande apertura il progetto Community Building, che è stato consapevolmente strutturato come progetto pilota. In esso trovano spazio varie storie sulla nascita dei gruppi di volontari, così come informazioni sulle diverse forme o sulla durata dell’impegno. Nei Cantoni in cui già altre organizzazioni compiono eccellente opera di volontariato, l’OSAR ha rimandato gli interessati ai programmi esistenti. In diversi Cantoni vi è interesse per l’assistenza nella creazione di reti di volontari per le famiglie ospitanti e presto si procederà a definire il futuro ruolo dell’OSAR.

Il progetto pilota proseguirà fino al 31 gennaio 2023. Gli obiettivi di rafforzamento del volontariato/responsabilizzazione dei volontari e di stabilizzazione delle relazioni tra rifugiati ucraini e famiglie ospitanti continueranno comunque a rivestire importanza centrale per l’OSAR.